Santiponce Itálica

Patrimonio

Una immensa eredità da scoprire

Palazzo Arcivescovile

1002
0

Dopo che ebbe riconquistato Siviglia nel 1248, il Re Fernando III di Castiglia, successivamente santificato, nel 1251 cedette delle case a Raimundo de Losana, vescovo di Segovia, per permettergli di stabilirsi in città. Tali case erano state edificate su costruzioni almohade che a loro volta erano state costruite su di un complesso termale risalente a epoca romana. Dell'aspetto originario del palazzo fatto erigere da Raimundo, che divenne il primo vescovo di Siviglia dopo la Riconquista, non resta praticamente alcuna traccia. Dopo gli ampliamenti eseguiti nel corso dei secoli, una ristrutturazione eseguita nel XVI secolo gli conferì la struttura attualmente visibile, con disposizione attorno a due cortili in stile manierista. 

La facciata in stile barocco è opera di Lorenzo Fernández de Iglesias e Diego Antonio Díaz; costruita nel XVIII secolo, è considerata una delle migliori facciate in stile barocco sivigliano. I colori ocra e rosso con cui la facciata è decorata si ritrovano anche su altri edifici emblematici della città. In questi ultimi tre decenni del XVIII secolo, l'arcivescovo Alonso Marcos de Llanes Argüelles creò e aprì al pubblico la biblioteca del palazzo. Commissionò inoltre vari lavori al pittore José Suarez per la decorazione di questo palazzo e del palazzo Arcivescovile di Umbrete che gli arcivescovi utilizzavano come residenza estiva.

Durante la guerra di indipendenza spagnola, il palazzo venne utilizzato come sede del Comando generale dell'esercito e residenza del Maresciallo Soult e dei suoi ufficiali. Più tardi furono i duchi di Montpensier, arrivati di recente in città, a occuparne i locali come abitazione temporanea mentre si stavano realizzando delle opere nel palazzo di San Telmo.

Dichiarato Monumento storico artistico nel 1969.

0 commenti

Nuovo commento

Poiché i commenti vengono moderati, ci vorrà del tempo prima che vengano pubblicati. In caso di linguaggio offensivo non verranno pubblicati.